Anche l'anno 2010 ha segnato un incremento delle nascite (52,5% i maschi), confermando il buon trend dell'ultimo triennio
CESENA - Rimane elevato e costante il tasso di natalità all’ospedale "Bufalini" di Cesena, sempre più centro di riferimento per l’intera provincia, e non solo, per le gravidanze patologiche e ad alto rischio. Dopo un incremento di circa 100 nascite dal 2008 al 2009, il 2010 si conferma sulle stesse cifre dell’anno precedente, con 2.318 parti al 30 dicembre. Più frequenti i fiocchi azzurri rispetto a quelli rosa nel corridoio del reparto di Ostetricia: a emettere il primo vagito al "Bufalini" sono stati più maschietti (circa il 52,5% dei nati) che femminucce (47,5%). I neonati stranieri sono poco più di 540. L’età media delle partorienti a Cesena è di 31,7 anni, in perfetta sintonia con quella regionale. I parti gemellari sono stati 36, in cinque casi la neomamma ha potuto abbracciare tre bebè.
Il 2010 è stato segnato da un forte impegno nella diagnostica prenatale, che sempre più sta caratterizzando l’attività dell’unità operativa di Ostetricia-Ginecologia dell’Ausl di Cesena: qui sono state eseguite 504 villocentesi rispetto alle 317 del 2009 e alle 54 del 2008, anno in cui è stata introdotta questa nuova indagine citogenetica in alternativa all’amniocentesi, a cui sono ricorse nel corso del 2010 270 donne.
“I due esami hanno lo stesso scopo, cioè risalire ai cromosomi del feto e individuare con certezza eventuali malattie cromosomiche, tra cui la più nota è la Sindrome di Down – spiega il dottor Daniele Pungetti, direttore dell’unità operativa Ostetricia-Ginecologia – ma la villocentesi è una tecnica più innovativa, raffinata e rapida. Mentre per fare l’amniocentesi, infatti, occorre aspettare fino alla sedicesima settimana e i risultati sono pronti dopo altre tre settimane, la villocentesi può essere fatta già intorno alla dodicesima settimana e offre una risposta in 4-5 giorni. Ciò permette di giungere a una diagnosi ben prima del quinto mese di gravidanza (tredicesima settimana), con evidenti vantaggi in termini di assistenza clinica e di accettazione psicologica da parte delle donne e delle famiglie”.
Tornando allo scoccare del nono mese, le donne che hanno scelto di affrontare un parto indolore ricorrendo all’analgesia farmacologica (epidurale), erogata gratuitamente al Bufalini 24 ore su 24, giorni festivi compresi, dal dicembre 2008, sono state oltre il 13% delle partorienti. Accanto a questa possibilità a tutte le partorienti viene offerta la possibilità di affrontare il parto in ipoalgesia (analgesia non farmacologica) per il contenimento del dolore attraverso agopuntura, elettroagopuntura, idroagopuntura, massaggio con digito-pressione.
tratto da: www.romagnanoi.it
http://www.romagnanoi.it/LifeStyle/Cesena/Benessere/articoli/265442/Al-Bufalini-si-nasce-meglio.asp
giovedì 30 dicembre 2010
martedì 28 dicembre 2010
Agopuntura in pediatria efficace per asma allergico, dermatite atopica, orticaria e alopecia areata.
Medicina Alternativa ed uso in pediatria
di Carlo Di Stanislao
Attenzione a banalizzare l'equazione “medicina naturale = zero rischi per la salute”, l'uso di preparati e farmaci della cosiddetta medicina alternativa può essere, in realtà, pericoloso per i bambini, e può avere effetti collaterali anche gravi e addirittura fatali, se si utilizzano in sostituzione della medicina tradizionale. Ad affermarlo è un rapporto australiano pubblicato dalla rivista “Archives of Disease in Childhood”. I ricercatori hanno analizzato 39 incidenti registrati dall'unità di sorveglianza pediatrica australiana tra il 2001 e il 2003, che avevano coinvolto bambini e ragazzi fino ai 16 anni di età. In 30 casi i problemi di salute erano riconducibili alla medicina complementare, mentre 17 erano dovuti alla mancata applicazione di farmaci convenzionali.
Tuttavia, come chiosa www.Italiasalute.it, il rapporto australiano vuole porre l'attenzione sui rischi per la salute dei più piccoli tuttavia non è il caso di creare allarmismi. Come in tutte le cose bisogna cercare di usare criterio e cautela. Come ben sappiamo, infatti, anche i farmaci tradizionali spesso causano effetti avversi anche molto gravi. Perciò si può decidere di avvalersi dei metodi di cura di cui ci si fida, sempre con molta attenzione e criterio soprattutto se si tratta di bambini. Eccellenti risultati, senza reazioni avverse, sono segnalati dalla letteratura scientifica circa l’impiego di massaggio cinese e giapponese, uso di agopuntura e moxibustione ed in fitoterapia, che è la pratica alternativa più diffusa in pediatria. La fitoterapia è considerata una medicina alternativa o complementare nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante e soprattutto alcune frazioni di pianta sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale. La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. La fitoterapia rappresenta, come detto, una delle branche della medicina naturale che più spesso viene usata in campo pediatrico. In Europa in genere si ricorre alla fitoterapia principalmente per la cura di disturbi minori, come per esempio problemi digestivi, influenza, tosse, mal di testa ed esantema. I prodotti fitoterapici sono indicati sia in caso di manifestazioni acute, come il mal di gola, sia per il trattamento di condizioni croniche come le affezioni cutanee, l'artrosi ecc. In alcuni casi possono essere utilizzati anche in associazione con altri farmaci o affiancati a terapie convenzionali. Il rimedio fitoterapico può costituire una valida possibilità terapeutica che può sostituirsi o integrarsi alla terapia convenzionale ed essere utilizzata come prevenzione o cura delle malattie in età pediatrica. Sono molte le malattie per cui c‘è richiesta di rimedi a base di erbe medicinali in età infantile, quasi sempre dopo che i piccoli pazienti hanno già sperimentato con insuccesso farmaci convenzionali. Le patologie più comuni riguardano: infezioni delle alte vie aeree, manifestazioni allergiche cutanee e respiratorie, disturbi dell' apparato digerente, disturbi del sistema nervoso. Quanto al’agopuntura, impiegabile dai sei anni e non particolarmente dolorosa, è molto efficace in corso di asma allergico, dermatite atopica, orticaria ed alopecia areata. Infine, per quanto attiene al’omeopatia, che è una metodologia terapeutica che agisce sull’essere umano nel suo insieme, essa è particolarmente adatta per la cura dei bambini dalla primissima infanzia fino all’età scolare. I rimedi omeopatici “allenano” e rinforzano la capacità di autoguarigione dell’organismo, un processo molto importante soprattutto per i bambini, che iniziano a costruire il proprio sistema immunitario. medicinali omeopatici possono essere sciolti in un po' d'acqua, in un bicchiere o nel biberon.
E' importante cambiare la preparazione ogni giorno. La posologia per un bambino è identica a quella di un adulto: 5 granuli o 1 dose per ogni somministrazione. Di recente, infine, da una collaborazione fra tra SIP (Società Italiana di Pediatria) e SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), ènata una commissione per quantificare l'impiego delle Medicine Complementari in pediatria sul territorio nazionale, promuovere studi clinici di verifica sull'efficacia delle medicine complementari,valutare la congruità delle Medicine Complementari nel campo della tutela della salute del bambino, fornire al SSN dati sui costi delle Medicine Complementari, allestire un registro su scala nazionale per la segnalazione di eventuali effetti avversi.
Aggiornato al 27/12/2010 14:46
Tratto da: http://www.ilcapoluogo.com
giovedì 23 dicembre 2010
Integrazione delle tecniche e dei saperi: da Berlino a Firenze
Prof. G.F. Gensini e Dott. A. Vannacci
Si è chiuso da pochi giorni a Berlino il 3rd European Congress of Integrative Medicine (ECIM), congresso di rilevanza mondiale organizzato dalla Società Europea di Medicina Integrativa. L'evento è stato coordinato dal Charité University Medical Center di Berlino, dal Proff Willich, congiuntamente col Prof Brinkhaus, sempre di Berlino e col Dr Fisher del Royal London Hospital for Integrated Medicine.
Le molte relazioni presentate hanno spaziato dall'ambito della clinica a quelli della didattica e della ricerca, che sempre più catalizzano l'attenzione di partecipanti e relatori, sia in ambito nazionale che internazionale. Di particolare interesse sono state le relazioni del Prof Aviad Haramati della Georgetown University sul ruolo delle tecniche mente-corpo all'interno della didattica universitaria nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia e del Prof David M. Eisenberg della Harvard University, il quale ha mostrato nuovi interessanti dati epidemiologici sull'uso della Medicina Integrativa negli Stati Uniti e su come questa, utilizzata insieme alla medicina convenzionale, possa garantire un importante risparmio economico in termini di spesa sanitaria e soprattutto di giorni di lavoro persi. È stata infatti "integrazione" la parola chiave del Convegno. O, per meglio dire, "interazione": l'incontro di saperi di salute tradizionali e delle moderne discipline della ricerca medica prevede infatti un continuo scambio di conoscenze, un dialogo serrato, una interazione appunto, per il benessere completo del paziente. In quest'ottica, niente è "alternativo", bensì la medicina moderna, la ricerca scientifica e la più avanzata metodologia epidemiologica viaggiano fianco a fianco con sistemi diagnostici e terapeutici tradizionali e non convenzionali, con l'obiettivo di fornire al paziente un modello di cura completo, che tenga conto dell'individuo nel suo complesso, ma rispetti contemporaneamente i moderni criteri di efficacia e sicurezza delle cure.
Questo è il modello cui si ispira anche il gruppo di Medicina Integrativa dell'Università di Firenze, un pool di ricercatori e clinici coordinato dal Prof. Gian Franco Gensini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Firenze, in collaborazione con il Prof. Alessandro Mugelli, Direttore del Dipartimento di Farmacologia dell'Università di Firenze, del Centro di Medicina Molecolare CIMMBA e del Centro di Riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana. Proprio a Berlino sono state presentate numerose comunicazioni da parte del gruppo, in particolare nel settore della fitoterapia e fitovigilanza, spaziando però anche negli ambiti dell'agopuntura e della nutrizione/integrazione/supplementazione, tutte aree di particolare competenza dell'ateneo fiorentino. Di particolare interesse sono state le comunicazioni del gruppo sul tema della fitovigilanza, disciplina nella quale i ricercatori di Empoli e Firenze ricoprono da anni un ruolo di primo piano nel panorama nazionale e internazionale. Tra i lavori, condotti nell'ambito di una collaborazione pluriennale con l'Istituto Superiore di Sanità - Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute - segnaliamo alcuni importanti report di interazioni tra erbe e farmaci mai riportate finora nella letteratura scientifica, come ad esempio quella tra Boswellia Serrata e anticoagulanti orali, oggetto di una pubblicazione di prossima uscita sulla rivista "Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine".
Sono stati anche presentati i risultati preliminari del progetto di Farmacoepidemiologia e Farmacovigilanza sui fitoterapici tradizionali cinesi coordinato dal dott. Alfredo Vannacci e finanziato dal Ministero della Salute nell'ambito dei progetti per i giovani ricercatori. È anche grazie allo sviluppo di queste attività che l'edizione 2012 del convegno ECIM si sposterà per la prima volta da Berlino in Italia, a Firenze, città nella quale la storica ed armonica collaborazione di strutture cliniche e didattiche del privato e del pubblico, dell'establishment politico e delle più alte cariche universitarie ha dato origine negli anni ad un pabulum ideale per questo genere di iniziative. Non è un caso che proprio l'ateneo fiorentino vanti da 5 anni la realizzazione di Master Universitari prima in Fitoterapia Clinica e poi in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese, quest'anno confluiti nel Master in Medicina Naturale. Ed ancora in nome dell'interazione, da sempre questi corsi sono realizzati con la collaborazione di docenti di scuole private ed altri atenei nazionali e stranieri, tra i quali spicca l'Università di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino (Beijing University of Chinese Medicine), partner fiorentino per la didattica in Agopuntura e Fitoterapia Cinese da oltre 4 anni. Per ulteriori informazioni visitate il sito www.medicinaintegrativa.it
tratto da: http://www.ilcapoluogo.com/site/Rubriche/Salute-e-Sociale/Integrazione-delle-tecniche-e-dei-saperi-da-Berlino-a-Firenze-37343
martedì 14 dicembre 2010
Occhio pigro? L’agopuntura funziona, al pari dello scomodo cerotto
Al posto di quell’antiestetico e scomodo cerotto sull’occhio, per trattare l’ambliopia è possibile ricorre all’agopuntura. Lo studio
L’agopuntura, al pari di altre discipline orientali come la meditazione, ci riserva sempre nuove sorprese. Questa è la volta dell’ambliopia, altrimenti detta sindrome dell’occhio pigro, che colpisce più in generale i bambini e i ragazzi al di sotto dei vent’anni. Ma anche qualche adulto.
Vi sarà di certo capitato di sorgere in giro qualche bambino, o altri, con una specie di cerotto sopra a un occhio. Ecco, quello è uno dei trattamenti più comuni per questo tipo di disturbo che si manifesta con una diminuzione dell’accuratezza visiva da parte di uno dei due occhi.
Un trattamento invece poco comune è quello eseguito per mezzo dell’agopuntura che, secondo un nuovo studio, si è rivelato efficace.
Il dottor Jianhao Zhao del Joint Shantou International Eye Center presso la Shantou University e Chinese University di Hong Kong, insieme ai colleghi, ha confrontato gli effetti dell’agopuntura con il trattamento per mezzo del cerotto in 88 bambini affetti da occhio pigro. I punti d’agopuntura trattati erano gli stessi che si stimolano nei casi di sindrome dell'occhio secco e la miopia.
Il trattamento con il cerotto, fanno notare i ricercatori, aumenta in genere dei due terzi il tasso di risposta dell’occhio pigro, tuttavia alcuni pazienti possono non essere idonei a questo tipo di trattamento e, in alcuni di quelli cui viene fatto, possono verificarsi dei problemi emotivi o una reversione dell’ambliopia.
I partecipanti allo studio sono stati suddivisi a caso in due gruppi, uno da 43 e uno da 45. Gli appartenenti al primo gruppo (43) sono stati sottoposti a una serie di sedute di agopuntura; una volta al giorno per cinque giorni alla settimana. Gli altri bambini (45) sono stati trattati con il cerotto sull’occhio, da tenere almeno due ore al giorno. Contemporaneamente dovevano fare almeno un’ora di esercizi per la vista che consistevano, per esempio, il leggere o scrivere da molto vicino.
Dopo 15 settimane di trial si è potuto constatare che vi era stato un miglioramento in entrambi i gruppi nella misura di 1,8 linee per quelli con il cerotto e 2,3 per quelli trattati con l’agopuntura. Un miglioramento di 2 o più linee si è mostrato in 28 bambini del gruppo cerotto e in 31 di quelli dell’agopuntura.
Alla fine del trattamento, la diagnosi di guarigione dall’occhio pigro è stata fatta nel 16,7% dei bambini trattati con il cerotto e nel 41,5% in quelli trattati con l’agopuntura, riportano gli scienziati sul numero di dicembre dell’Archives of Ophthalmology di JAMA. Un buon risultato per l'agopuntura.
(lm&sdp)
Vi sarà di certo capitato di sorgere in giro qualche bambino, o altri, con una specie di cerotto sopra a un occhio. Ecco, quello è uno dei trattamenti più comuni per questo tipo di disturbo che si manifesta con una diminuzione dell’accuratezza visiva da parte di uno dei due occhi.
Un trattamento invece poco comune è quello eseguito per mezzo dell’agopuntura che, secondo un nuovo studio, si è rivelato efficace.
Il dottor Jianhao Zhao del Joint Shantou International Eye Center presso la Shantou University e Chinese University di Hong Kong, insieme ai colleghi, ha confrontato gli effetti dell’agopuntura con il trattamento per mezzo del cerotto in 88 bambini affetti da occhio pigro. I punti d’agopuntura trattati erano gli stessi che si stimolano nei casi di sindrome dell'occhio secco e la miopia.
Il trattamento con il cerotto, fanno notare i ricercatori, aumenta in genere dei due terzi il tasso di risposta dell’occhio pigro, tuttavia alcuni pazienti possono non essere idonei a questo tipo di trattamento e, in alcuni di quelli cui viene fatto, possono verificarsi dei problemi emotivi o una reversione dell’ambliopia.
I partecipanti allo studio sono stati suddivisi a caso in due gruppi, uno da 43 e uno da 45. Gli appartenenti al primo gruppo (43) sono stati sottoposti a una serie di sedute di agopuntura; una volta al giorno per cinque giorni alla settimana. Gli altri bambini (45) sono stati trattati con il cerotto sull’occhio, da tenere almeno due ore al giorno. Contemporaneamente dovevano fare almeno un’ora di esercizi per la vista che consistevano, per esempio, il leggere o scrivere da molto vicino.
Dopo 15 settimane di trial si è potuto constatare che vi era stato un miglioramento in entrambi i gruppi nella misura di 1,8 linee per quelli con il cerotto e 2,3 per quelli trattati con l’agopuntura. Un miglioramento di 2 o più linee si è mostrato in 28 bambini del gruppo cerotto e in 31 di quelli dell’agopuntura.
Alla fine del trattamento, la diagnosi di guarigione dall’occhio pigro è stata fatta nel 16,7% dei bambini trattati con il cerotto e nel 41,5% in quelli trattati con l’agopuntura, riportano gli scienziati sul numero di dicembre dell’Archives of Ophthalmology di JAMA. Un buon risultato per l'agopuntura.
(lm&sdp)
http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/medicina-naturale/articolo/lstp/380026/
L'ASL 3 DELL'UMBRIA PRESENTA IL "SERVIZIO AZIENDALE DI TERAPIA DEL DOLORE"
Le prestazioni presso l'ospedale "G. Battista" di Foligno e "S. Matteo degli Infermi" di Spoleto. Solo a Foligno il parto indolore gratuito, solo a Spoleto l'agopuntura
(Eli.Pan.) È stato presentato alla stampa nella tarda mattinata di ieri, presso la Sala Riunioni della Direzione Generale di Foligno dell’Asl n. 3 dell’Umbria (Piazza Giacomini, 40), il “Servizio Aziendale di Terapia del Dolore” degli ospedali “Giovanni Battista” di Foligno e “San Matteo degli Infermi” di Spoleto. Il servizio si occupa del trattamento di dolore acuto, dolore cronico benigno o maligno, dolore lombare, neuralgie, mialgie, herpes zoster in fase acuta e neuralgie post erpetiche, realizzando visite specialistiche di algologia, prescrizione di terapia di farmacologia, infiltrazioni peridurali antalgiche, infiltrazioni tronculari (fasi nervosi intra e peri articolari), infiltrazioni dei “trigger point”, impianti dispositivi intratecali a permanenza, prestazioni di urgenza garantite entro 72 ore e prenotazione di agopuntura (solo presso il nosocomio di Spoleto).
“È un servizio veramente efficace e la comunicazione è al servizio di prestazioni che la Asl già eroga” ha affermato il responsabile del servizio comunicazione Paolo Trenta. Per Maria Gigliola Rosignoli, direttore generale della Asl n. 3, “c’è anche il rispetto del decreto e della legge. La formazione è eseguita in maniera più pressante e l’approccio scientifico al dolore si è ancora di più affinato, dunque la qualità di assistenza è di grande riscontro. I trattamenti sono fatti da anestesisti, esperti nel fare procedure di tipo invasivo, e vi si può accedere facendone semplicemente richiesta al medico curante. Solo a Spoleto c’è poi l’agopuntura, che inizia a diventare metodica, mentre a Foligno il parto indolore gratuito: a Perugia costa 600 euro ed in altri comuni è privato. Lo scopo è quello di eliminare il dolore trattando condizioni che hanno risvolti psicologici e sociali. Il servizio è stato fino ad ora poco conosciuto e la gente non trovava la modalità con cui arrivarci”.
Secondo Raffaele Zava, responsabile della struttura complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Foligno, “lo scopo è quello di garantire che un paziente operato senta meno dolore possibile o non lo senta affatto. Dal 2009 i due comitati separati di Foligno e di Spoleto dell’Ospedale senza Dolore si sono uniti, c’è una notevole partecipazione di infermieri di Foligno e di Spoleto e gli anestesisti sono i detentori della terapia del dolore: le altre Asl si stanno organizzando. C’è formazione costante, lo sviluppo di nuove tecniche e un controllo di soddisfazione dell’utenza con dei test”. Per Loredana Ferri, responsabile della terapia del dolore nel territorio, “c’è stato un boom di richieste di natura osteoarticolare. Il servizio è garantito entro 72 ore dalla richiesta e uno degli obiettivi è quello di diminuire i ricoveri per ortopedia e dare prestazioni al pronto soccorso. Con questa sensibilizzazione abbiamo ricevuto una buona risposta, da 200 prestazioni siamo passati a circa 700 in un anno. Speriamo dunque che aumenti il numero e la qualità delle nostre prestazioni”.
A Foligno, il “Servizio Aziendale di Terapia del Dolore” è attivo il martedì (14,30 – 18,00) e il venerdì (9,00 – 13,00) presso il Padiglione Chirurgia di Chirurgia Ambulatoriale (0742.3397641) dell’Ospedale “Giovanni Battista”, mentre a Spoleto il lunedì (09,00 – 12,30), il mercoledì (15,00 – 19,00) e il venerdì (09,00 – 12,30) presso il Padiglione A del Servizio Anestesia (0743.210223) dell’Ospedale “San Matteo degli Infermi di Spoleto”. È possibile accedervi richiedendo la prima visita attraverso l’impegnativa del medico curante con indicazione “Visita terapia del dolore”. Va fatta poi seguire la prenotazione presso il CUP del presidio ospedaliero prescelto, mentre le visite successive verranno programmate direttamente dal servizio. Il giorno della visita, il paziente deve essere accompagnato da una persona con patente di guida, può fare una colazione leggera per le visite della mattina e un pasto leggero per quelle di pomeriggio: il digiuno completo non è infatti consigliato. Se vengono eseguite manovre invasive (blocchi antalgici o infiltrazioni) è consigliato riposo per il giorno stesso. Nei 2-3 giorni successivi si sconsiglia inoltre di portare carichi pesanti e eseguire movimenti bruschi.
L’equipe medica di Foligno è costituita da R. Zava (384.3548864), L. Ferri (346.2326534), A. Chianella e G. Pedini, mentre quella infermieri da S. Mochetti (348.5214953) e L. Roscini. L’equipe medica di Spoleto è invece composta da M. Trippetti (0742.210223), V. Amicucci, A. Bizzarri, P. Innocenzi. Quella di infermieri da M. G. Lucidi, S. Manili, G. Panetto e L. Titta
http://www.tuttoggi.info
domenica 12 dicembre 2010
Nella forma dell'orecchio la spia dell'infarto
Ci voleva l’antica medicina cinese per avere la prova provata che tra forma dell’orecchio e infarto corre un sottile ma sicuro rapporto.
Ne dà notizia il farmacologo Alfredo Vannacci, specialista di Agopuntura e Medicina tradizionale cinese dell’Università di Firenze: “Fin qui era solo l’intuizione di alcuni cardiologi”, spiega, “Adesso possiamo dirlo con certezza: i portatori di un particolare segno sull’orecchio, una piega del lobo, sono più esposti alle malattie cardiache. Un fenomeno che abbiamo potuto studiare e confermare con metodi e approcci scientifici”.
E’ la più importante delle numerose ricerche che l’ateneo fiorentino ha presentato in questi giorni a Berlino al 3° Congresso europeo di Medicina Integrativa. Si tratta dei primi risultati di un importante progetto di ricerca sulle erbe della Medicina Tradizionale Cinese, coordinato dal dottor Vannacci, che il Ministero della Salute ha affidato all’Università di Firenze, dove da anni si insegna Agopuntura e, da quest’anno, anche l’intero complesso della Medicina Integrativa in un master aperto a infermieri, farmacisti, erboristi,ostetriche, nutrizionisti, ecc.
Coordinato dai professori Gian Franco Gensini e Pietro Modesti, il master (www.medicinaintegrativa.it) è organizzato in tre indirizzi affidati ad altrettanti specialisti: Fabio Firenzuoli per Fitoterapia Clinica, Pietro Pasquetti per Medicina Manuale e Vannacci per Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese .
“Al congresso di Berlino”, spiega quest’ultimo, “abbiamo presentato nove diverse comunicazioni sui risultati delle nostre ricerche. Quella che più ha interessato i colleghi presenti da tutto il mondo è appunto quella sul rapporto tra forma dell’orecchio e malattie cardiache. Abbiamo in effetti scoperto un’importante evidenza scientifica di quanto sia efficace un’antica medicina come quella cinese”.
Per Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana ed esperto di Farmacovigilanza per l’Istituto Superiore di Santità e la stessa Università di Firenze, è un’ulteriore conferma che anche in medicina è necessario integrare i diversi saperi.
“L’incontro tra metodi tradizionali e moderne discipline della ricerca medica”, spiega, “prevede infatti un continuo scambio di conoscenze, un dialogo serrato, un’interazione per il benessere completo del paziente. Medicina moderna, ricerca scientifica e la più avanzata metodologia epidemiologica devono viaggiare a braccetto nel rispetto dei criteri di efficacia e sicurezza delle cure, in particolare se a base di erbe medicinali, come dimostrato dai lavori presentati a Berlino”.
E’ appunto quanto si insegna a Firenze, da quest’anno anche in modo innovativo: “Il master”, spiega Vannacci, “è strutturato per dare una formazione universitaria con i maggiori esperti nazionali e internazionali, cinesi compresi”. “La vera novità”, aggiunge Firenzuoli, “sta proprio nell’averlo aperto sia ai medici che ai vari operatori sanitari, nel nome di un’alleanza tra professionisti della salute: nel rispetto delle competenze, dei limiti di ciascuna professione e per il benessere di quanti scelgono di curarsi con le Medicine Integrative.”
Ne dà notizia il farmacologo Alfredo Vannacci, specialista di Agopuntura e Medicina tradizionale cinese dell’Università di Firenze: “Fin qui era solo l’intuizione di alcuni cardiologi”, spiega, “Adesso possiamo dirlo con certezza: i portatori di un particolare segno sull’orecchio, una piega del lobo, sono più esposti alle malattie cardiache. Un fenomeno che abbiamo potuto studiare e confermare con metodi e approcci scientifici”.
E’ la più importante delle numerose ricerche che l’ateneo fiorentino ha presentato in questi giorni a Berlino al 3° Congresso europeo di Medicina Integrativa. Si tratta dei primi risultati di un importante progetto di ricerca sulle erbe della Medicina Tradizionale Cinese, coordinato dal dottor Vannacci, che il Ministero della Salute ha affidato all’Università di Firenze, dove da anni si insegna Agopuntura e, da quest’anno, anche l’intero complesso della Medicina Integrativa in un master aperto a infermieri, farmacisti, erboristi,ostetriche, nutrizionisti, ecc.
Coordinato dai professori Gian Franco Gensini e Pietro Modesti, il master (www.medicinaintegrativa.it) è organizzato in tre indirizzi affidati ad altrettanti specialisti: Fabio Firenzuoli per Fitoterapia Clinica, Pietro Pasquetti per Medicina Manuale e Vannacci per Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese .
“Al congresso di Berlino”, spiega quest’ultimo, “abbiamo presentato nove diverse comunicazioni sui risultati delle nostre ricerche. Quella che più ha interessato i colleghi presenti da tutto il mondo è appunto quella sul rapporto tra forma dell’orecchio e malattie cardiache. Abbiamo in effetti scoperto un’importante evidenza scientifica di quanto sia efficace un’antica medicina come quella cinese”.
Per Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana ed esperto di Farmacovigilanza per l’Istituto Superiore di Santità e la stessa Università di Firenze, è un’ulteriore conferma che anche in medicina è necessario integrare i diversi saperi.
“L’incontro tra metodi tradizionali e moderne discipline della ricerca medica”, spiega, “prevede infatti un continuo scambio di conoscenze, un dialogo serrato, un’interazione per il benessere completo del paziente. Medicina moderna, ricerca scientifica e la più avanzata metodologia epidemiologica devono viaggiare a braccetto nel rispetto dei criteri di efficacia e sicurezza delle cure, in particolare se a base di erbe medicinali, come dimostrato dai lavori presentati a Berlino”.
E’ appunto quanto si insegna a Firenze, da quest’anno anche in modo innovativo: “Il master”, spiega Vannacci, “è strutturato per dare una formazione universitaria con i maggiori esperti nazionali e internazionali, cinesi compresi”. “La vera novità”, aggiunge Firenzuoli, “sta proprio nell’averlo aperto sia ai medici che ai vari operatori sanitari, nel nome di un’alleanza tra professionisti della salute: nel rispetto delle competenze, dei limiti di ciascuna professione e per il benessere di quanti scelgono di curarsi con le Medicine Integrative.”
http://www.055news.it
Medicina tradizionale la Cina senza segreti
Oltre due miliardi di persone si curano con erbe medicinali, massaggi, agopuntura. L’Organizzazione mondiale della sanità avvia un’indagine scientifica per valutare rischi e benefici.
Massaggi “orientali”, agopuntura ed erbe medicinali Doc con tanto di certificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. La medicina tradizionale, diffusa in tutto il mondo e alla quale ricorrono almeno due miliardi di persone, viene per la prima volta indagata con metodi scientifici per valutarne rischi e benefici, aprendo la strada alla sua prima classificazione internazionale. La svolta è stata annunciata da Marie-Paule Kieny, dg per l’Innovazione, informazioni e ricerca dell’Oms che ha illustrato i dettagli del progetto tramite una nota dell’agenzia ginevrina.
«Assistiamo a una diffusione crescente del ricorso alla medicina tradizionale - ha detto Kieny -, e riconosciamo che il ricorso a questa pratica riguarda molte comunità. Specialmente nel Pacifico Occidentale, Sud-Est Asia, Africa e America Latina questo tipo di medicina è la fonte primaria dell’assistenza sanitaria». Nel resto del mondo, «in particolare Europa e Nord America, l’uso di erbe medicinali, l’agopuntura e altre pratiche di medicina tradizionale è in aumento, ma ancora mancano una classificazione globale e una terminologia adeguata». La classificazione internazionale dell’Oms fornirà criteri di analisi e di scelta per diagnosi e interventi, con un maxi database interattivo online delle pratiche diagnostiche e terapeutiche basate sull’evidenza scientifica.
La classificazione si concentrerà inizialmente sulle pratiche di medicina tradizionale in Cina, Giappone e Repubblica di Corea che si sono evolute e diffuse in tutto il mondo sulla scia dei fenomeni migratori. L’obiettivo finale è definire degli standard per la valutazione oggettiva dei potenziali benefici e tutelare il massiccio esercito di cittadini che in tutto il mondo si rivolgono ai rimedi “alternativi”. Diversi Paesi hanno già creato gli standard nazionali per la classificazione della medicina tradizionale, «ma non esiste una piattaforma internazionale che permette l’armonizzazione dei dati per uso clinico, epidemiologico e statistico» spiega Kieny. Una lacuna che ora l’Oms vuole colmare «per permettere a medici, ricercatori e responsabili politici un esaustivo controllo della sicurezza, l’efficacia, l’utilizzo, la spesa».
In Italia, la presenza di nutrite comunità di cittadini provenienti dalla Cina localizzate soprattutto nel Nord e in Toscana, e l’aumento di casi di intossicazione per assunzione di farmaci “contaminati” da erbe e integratori privi di certificato di garanzia, hanno spinto di recente il ministero della Salute a finanziare una ricerca su scala nazionale con lo scopo di definire efficacia e sicurezza dei prodotti a base di erbe, in particolare di quelli della medicina tradizionale cinese. «Alcuni di queste vicende hanno avuto conseguenze gravi per i pazienti», ha ricordato Alfredo Vannacci, ricercatore del centro di Farmacovigilanza e fitovigilanza dell’università di Firenze.
Sempre in provincia del capoluogo toscano, a Empoli, dall’inizio dell’anno è in funzione presso l’unità di Medicina naturale dell’ospedale San Giuseppe, il primo centro italiano di Etnomedicina, una struttura multidisciplinare specializzata nello studio dei rapporti tra la medicina popolare tradizionale e il moderno uso scientifico delle erbe, ovvero la fitoterapia. Il centro, come spiega Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione nazionale medici fitoterapeuti e direttore a Empoli del centro regionale di riferimento per la Fitoterapia, «è l’anello di congiunzione tra le secolari pratiche mediche dei nostri nonni e la moderna medicina delle piante». Lo scopo di questa struttura è individuare, analizzare, recuperare e promuovere tutte le conoscenze delle terapie tradizionali. Si tratta peraltro di uno dei molti interventi della Regione Toscana in tema di medicine complementari, decisione che quindi si aggiunge a un percorso ormai consolidato e che contribuisce a definire una politica sanitaria d’avanguardia.
QUELL'AGO, PATRIMONIO DELL'UMANITA'
La Cina sta cercando di ottenere il riconoscimento di patrimonio culturale intangibile dell’umanità dell’Unesco, per l’agopuntura. Lo ha annunciato in conferenza stampa Wu Gang, vice direttore dell’amministrazione statale per la medicina tradizionale cinese. Wu ha detto che la richiesta è stata avanzata l’anno scorso e si attende il riconoscimento che, una volta ottenuto, potrebbe aiutare la conoscenza dell’agopuntura e della medicina tradizionale cinese, proteggendola. Già nel 2003 Pechino aveva tentato il riconoscimento di tutta la medicina tradizionale, che fu respinto, per poi spingere i funzionari cinesi a chiedere il riconoscimento per la sola agopuntura. Normalmente ci vogliono due anni affinché l’Unesco si pronunci su una decisione. La Cina ha circa 600.000 dottori autorizzati che praticano la medicina tradizionale, compresa l’agopuntura. La medicina tradizionale cinese, è stata ufficialmente riconosciuta anche in paesi stranieri, tra cui Giappone, Stati Uniti, Germania e Corea.
Federico Tulli
www.terranews.it
Massaggi “orientali”, agopuntura ed erbe medicinali Doc con tanto di certificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. La medicina tradizionale, diffusa in tutto il mondo e alla quale ricorrono almeno due miliardi di persone, viene per la prima volta indagata con metodi scientifici per valutarne rischi e benefici, aprendo la strada alla sua prima classificazione internazionale. La svolta è stata annunciata da Marie-Paule Kieny, dg per l’Innovazione, informazioni e ricerca dell’Oms che ha illustrato i dettagli del progetto tramite una nota dell’agenzia ginevrina.
«Assistiamo a una diffusione crescente del ricorso alla medicina tradizionale - ha detto Kieny -, e riconosciamo che il ricorso a questa pratica riguarda molte comunità. Specialmente nel Pacifico Occidentale, Sud-Est Asia, Africa e America Latina questo tipo di medicina è la fonte primaria dell’assistenza sanitaria». Nel resto del mondo, «in particolare Europa e Nord America, l’uso di erbe medicinali, l’agopuntura e altre pratiche di medicina tradizionale è in aumento, ma ancora mancano una classificazione globale e una terminologia adeguata». La classificazione internazionale dell’Oms fornirà criteri di analisi e di scelta per diagnosi e interventi, con un maxi database interattivo online delle pratiche diagnostiche e terapeutiche basate sull’evidenza scientifica.
La classificazione si concentrerà inizialmente sulle pratiche di medicina tradizionale in Cina, Giappone e Repubblica di Corea che si sono evolute e diffuse in tutto il mondo sulla scia dei fenomeni migratori. L’obiettivo finale è definire degli standard per la valutazione oggettiva dei potenziali benefici e tutelare il massiccio esercito di cittadini che in tutto il mondo si rivolgono ai rimedi “alternativi”. Diversi Paesi hanno già creato gli standard nazionali per la classificazione della medicina tradizionale, «ma non esiste una piattaforma internazionale che permette l’armonizzazione dei dati per uso clinico, epidemiologico e statistico» spiega Kieny. Una lacuna che ora l’Oms vuole colmare «per permettere a medici, ricercatori e responsabili politici un esaustivo controllo della sicurezza, l’efficacia, l’utilizzo, la spesa».
In Italia, la presenza di nutrite comunità di cittadini provenienti dalla Cina localizzate soprattutto nel Nord e in Toscana, e l’aumento di casi di intossicazione per assunzione di farmaci “contaminati” da erbe e integratori privi di certificato di garanzia, hanno spinto di recente il ministero della Salute a finanziare una ricerca su scala nazionale con lo scopo di definire efficacia e sicurezza dei prodotti a base di erbe, in particolare di quelli della medicina tradizionale cinese. «Alcuni di queste vicende hanno avuto conseguenze gravi per i pazienti», ha ricordato Alfredo Vannacci, ricercatore del centro di Farmacovigilanza e fitovigilanza dell’università di Firenze.
Sempre in provincia del capoluogo toscano, a Empoli, dall’inizio dell’anno è in funzione presso l’unità di Medicina naturale dell’ospedale San Giuseppe, il primo centro italiano di Etnomedicina, una struttura multidisciplinare specializzata nello studio dei rapporti tra la medicina popolare tradizionale e il moderno uso scientifico delle erbe, ovvero la fitoterapia. Il centro, come spiega Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione nazionale medici fitoterapeuti e direttore a Empoli del centro regionale di riferimento per la Fitoterapia, «è l’anello di congiunzione tra le secolari pratiche mediche dei nostri nonni e la moderna medicina delle piante». Lo scopo di questa struttura è individuare, analizzare, recuperare e promuovere tutte le conoscenze delle terapie tradizionali. Si tratta peraltro di uno dei molti interventi della Regione Toscana in tema di medicine complementari, decisione che quindi si aggiunge a un percorso ormai consolidato e che contribuisce a definire una politica sanitaria d’avanguardia.
QUELL'AGO, PATRIMONIO DELL'UMANITA'
La Cina sta cercando di ottenere il riconoscimento di patrimonio culturale intangibile dell’umanità dell’Unesco, per l’agopuntura. Lo ha annunciato in conferenza stampa Wu Gang, vice direttore dell’amministrazione statale per la medicina tradizionale cinese. Wu ha detto che la richiesta è stata avanzata l’anno scorso e si attende il riconoscimento che, una volta ottenuto, potrebbe aiutare la conoscenza dell’agopuntura e della medicina tradizionale cinese, proteggendola. Già nel 2003 Pechino aveva tentato il riconoscimento di tutta la medicina tradizionale, che fu respinto, per poi spingere i funzionari cinesi a chiedere il riconoscimento per la sola agopuntura. Normalmente ci vogliono due anni affinché l’Unesco si pronunci su una decisione. La Cina ha circa 600.000 dottori autorizzati che praticano la medicina tradizionale, compresa l’agopuntura. La medicina tradizionale cinese, è stata ufficialmente riconosciuta anche in paesi stranieri, tra cui Giappone, Stati Uniti, Germania e Corea.
Federico Tulli
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sabato 11 dicembre 2010
Mappatura genetica prenatale: salute del feto tramite prelievo del sangue
Quando una donna è in dolce attesa, è logico che si preoccupi della piccola vita che porta in grembo e faccia così 1000 test durante i 9 mesi di gravidanza, ma tra breve ne potrebbe bastare soltanto uno. Si tratta della mappatura genetica del feto, messa a punto per la prima volta da un team di scienziati cinesi, in grado di dare una vera e propria svolta nel campo delle diagnosi prenatali.
Un team di ricercatori dell’università di Hong Kong, coordinati dal dottor Dennis Lo, ha infatti sperimentato l’innovativa tecnica su una paziente incinta che aveva chiesto un semplice screening per verificare che il nascituro non fosse affetto da talassemia.
Grazie all’analisi comparata del Dna della creatura, ottenuto con amniocentesi, e del sangue dei suoi genitori, i medici hanno così avuto un quadro genetico completo della famiglia. Successivamente, tenendo conto che il Dna del bimbo era presente in una quantità pari al 10% nel sangue della madre, sono stati separati da un campione di plasma i filamenti dell’acido nucleico di mamma e figlio. In seguito ai risultati, si è scoperto che il piccolo era effettivamente portatore sano della beta-talassemia.
Un’operazione piuttosto complicata e costosa (circa 200mila euro), che però ha permesso di ricostruire il corredo genetico del bebè. Nonostante ciò, il coordinatore della ricerca, pubblicata sulle pagine del magazine specializzato “Science Translational Medicine’’, Dennis Lo, ha assicurato che nel giro di un anno la somma da spendere per la diagnosi scenderà ad “appena’’ 2mila dollari.
Tuttavia, il test consentirà di riconoscere altre malattie come la sindrome di Down e di Edwards, la distrofia, l’emofilia e tutte quelle patologie derivanti da mutazioni cromosomiche.
Miki Marchionna
www.ilquotidiano.it
Un team di ricercatori dell’università di Hong Kong, coordinati dal dottor Dennis Lo, ha infatti sperimentato l’innovativa tecnica su una paziente incinta che aveva chiesto un semplice screening per verificare che il nascituro non fosse affetto da talassemia.
Grazie all’analisi comparata del Dna della creatura, ottenuto con amniocentesi, e del sangue dei suoi genitori, i medici hanno così avuto un quadro genetico completo della famiglia. Successivamente, tenendo conto che il Dna del bimbo era presente in una quantità pari al 10% nel sangue della madre, sono stati separati da un campione di plasma i filamenti dell’acido nucleico di mamma e figlio. In seguito ai risultati, si è scoperto che il piccolo era effettivamente portatore sano della beta-talassemia.
Un’operazione piuttosto complicata e costosa (circa 200mila euro), che però ha permesso di ricostruire il corredo genetico del bebè. Nonostante ciò, il coordinatore della ricerca, pubblicata sulle pagine del magazine specializzato “Science Translational Medicine’’, Dennis Lo, ha assicurato che nel giro di un anno la somma da spendere per la diagnosi scenderà ad “appena’’ 2mila dollari.
Tuttavia, il test consentirà di riconoscere altre malattie come la sindrome di Down e di Edwards, la distrofia, l’emofilia e tutte quelle patologie derivanti da mutazioni cromosomiche.
Miki Marchionna
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A Pitigliano si perfeziona l'agopuntura
Lo scorso 6 dicembre si è svolto a Pitigliano, in provincia di Grosseto, l’incontro ufficiale tra la delegazione della Beijing University Chinese Medicine (BCMU), rappresentata dai professori Gao Sihua, presidente dell’università di Medicina cinese di Pechino, Zhang Liping, Direttore per la cooperazione internazionale; Zhao Baixiao, direttore della Scuola di agopuntura e Pang He, direttore dell’Ospedale di medicina tradizionale di Dongfang e l’Ospedale di Pitigliano che, dal 2009, ha attivato un servizio di Medicina non Convenzionale con possibilità di ricovero oltre che di trattamenti ambulatoriali. Per Pitigliano erano presenti tra gli altri il direttore generale Asl 9 Fausto Mariotti, la direttrice dello staff medico della stessa ASL Cristina Buriani , la responsabile del progetto sanitario dell’Ospedale di medicina integrata Simonetta Bernardini, il Sindaco del Comune di Pitigliano Dino Seccarecci, il direttore dell’UO di medicina dell’Ospedale Maurizio Manini, la direttrice sanitaria dell’Ospedale Alessandra Barattelli e l’ideatore del progetto sanitario dell’ospedale di medicina integrata e già presidente della Commissione Sanità della regione Toscana Fabio Roggiolani. L’incontro ha sancito la collaborazione tra Pitigliano e l’università di medicina tradizionale di Pechino. I medici cinesi verranno a Pitigliano ad insegnare l’agopuntura tradizionale cinese ai medici diplomati al Master di Medicina Integrata dell’Università di Siena ma anche ai medici che dall’Italia e dall’Europa vorranno approfittare di uno stage pratico a Pitigliano. Nel pomeriggio presso il Rettorato dell’Università di Siena, alla presenza del Rettore Angelo Riccaboni, del Preside della Facoltà di Medicina Gian Maria Rossolini, del direttore generale dell’azienda Ospedaliera-Universitaria “Le Scotte” Paolo Morello Marchese e del Tutor del Master di Medicina Integrata Simonetta Bernardini si è svolta la cerimonia della firma dell’accordo tra Accademia cinese e quella senese che consentirà, tra l’altro, la partecipazione dei medici cinesi alle attività didattiche del Master di Medicina Integrata di Colle Val D’Elsa giunto quest’anno alla sua terza edizione. A Pitigliano la collaborazione degli esperti provenienti dalla Cina completerà il lavoro dei medici agopuntori che saranno in servizio nell’Ospedale coordinati da un Tutor, come prevede l’attuazione del progetto sanitario dell’Ospedale di medicina Integrata al via all’inizio del nuovo anno. Oltre ai medici agopuntori a Pitigliano saranno in servizio a partire dal gennaio 2011 anche i medici esperti in omeopatia e in fitoterapia i quali lavoreranno non solo negli ambulatori di medicina integrata ma anche in reparto al letto dei pazienti ricoverati che avranno scelto di essere curati con l’integrazione delle cure. L’Ospedale di Pitigliano è stato di recente ristrutturato con la creazione di un intero reparto da dedicare alle cure integrate situato al secondo piano della struttura tra la Divisone di Chirurgia, gli ambulatori di oncologia e il servizio di dialisi. Le visite ambulatoriali saranno erogate come prestazioni sanitarie del servizio pubblico e le cure integrate per i pazienti ricoverati saranno gratuite per il cittadino. Lo scrivente è membro del Comitato Scientifico del progetto sanitario dell’ospedale di medicina integrata, il primo non solo in Italia ma in Europa.
Carlo Di Stanislao
L'Impronta L'Aquila
Quotidiano on-line dell'Associazione Culturale L'Impronta
Carlo Di Stanislao
L'Impronta L'Aquila
Quotidiano on-line dell'Associazione Culturale L'Impronta
venerdì 10 dicembre 2010
L'OMS "apre" alle medicine non convenzionali
Erbe medicinali, massaggi, agopuntura. La medicina tradizionale, diffusa in tutto il mondo ma soprattutto in Asia e in Sudamerica, sara' per la prima volta 'indagata' con metodi scientifici per valutarne rischi e benefici, aprendo la strada alla prima classificazione internazionale della medicina tradizionale. E' la svolta dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), che per la prima volta "apre" alle medicine non convenzionali. Con una classificazione che fornira' criteri di analisi e di scelta per diagnosi e interventi. "Riconosciamo che l'uso della medicina tradizionale e' diffusa per molte persone. Specialmente nel Pacifico Occidentale, Sud-Est Asia, Africa e America Latina la medicina tradizionale e' la fonte primaria dell'assistenza sanitaria", ha detto la dottoressa Marie-Paule Kieny, Direttore Generale per l'Innovazione, Informazioni e Ricerca dell'OMS.
"Per tutto il resto del mondo, in particolare Europa e Nord America, l'uso di erbe medicinali, l'agopuntura e altre pratiche di medicina tradizionale sono in aumento, e mancano una classificazione globale e una terminologia adeguata". La Classificazione Internazionale di Medicina Tradizionale avra' una piattaforma interattiva sul web per consentire agli utenti di tutti i paesi di documentare termini e concetti utilizzati nella medicina tradizionale. Diversi paesi hanno creato gli standard nazionali per la classificazione della medicina tradizionale, "ma non esiste una piattaforma internazionale che permette l'armonizzazione dei dati per uso clinico, epidemiologico e statistico. C'e' una necessita' di tali informazioni per permettere a medici, ricercatori e responsabili politici un esaustivo controllo della sicurezza, l'efficacia, l'utilizzo, la spesa", ha detto Kieny. La classificazione si concentrera' inizialmente sulle pratiche di medicina tradizionale in Cina, Giappone e Repubblica di Corea che si sono evolute e diffuse in tutto il mondo. (AGI) .
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201012071052-eco-rt10055-salute_oms_per_la_prima_si_indaghera_su_medicina_tradizionale
"Per tutto il resto del mondo, in particolare Europa e Nord America, l'uso di erbe medicinali, l'agopuntura e altre pratiche di medicina tradizionale sono in aumento, e mancano una classificazione globale e una terminologia adeguata". La Classificazione Internazionale di Medicina Tradizionale avra' una piattaforma interattiva sul web per consentire agli utenti di tutti i paesi di documentare termini e concetti utilizzati nella medicina tradizionale. Diversi paesi hanno creato gli standard nazionali per la classificazione della medicina tradizionale, "ma non esiste una piattaforma internazionale che permette l'armonizzazione dei dati per uso clinico, epidemiologico e statistico. C'e' una necessita' di tali informazioni per permettere a medici, ricercatori e responsabili politici un esaustivo controllo della sicurezza, l'efficacia, l'utilizzo, la spesa", ha detto Kieny. La classificazione si concentrera' inizialmente sulle pratiche di medicina tradizionale in Cina, Giappone e Repubblica di Corea che si sono evolute e diffuse in tutto il mondo. (AGI) .
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201012071052-eco-rt10055-salute_oms_per_la_prima_si_indaghera_su_medicina_tradizionale
venerdì 3 dicembre 2010
Agopuntura come antidolorifico naturale
Secondo una ricerca della University of Rochester Medical Center di New York, le “punture” inflitte dai terapeuti sono in grado di togliere o ridurre il dolore grazie a al rilascio dell’adenosina, un antidolorifico naturale che secerne il nostro organismo.
L’agopuntura può aiutare in caso di vertigini?
Dopo avere fatto ...una corretta diagnosi differenziale e se le vertigini non sono associate né a patologie virali o batteriche né a patologie vascolari o a fattori traumatici quali il colpo di frusta, allora è presumibile che la causa sia di tipo psicogena. In questo caso l’agopuntura può essere molto utile.
L’atteggiamento ansioso del paziente provoca una contrattura della muscolatura del collo che a lungo andare favorisce dei veri e propri blocchi muscolo-scheletrici e l’agopuntura avendo un azione ansiolitica e decontratturante può dare una grossa mano»
anche su facebook nel gruppo "Agopuntura news"
http://www.facebook.com/profile.php?id=1410639408&ref=ts#!/group.php?gid=325600313194
L’agopuntura può aiutare in caso di vertigini?
Dopo avere fatto ...una corretta diagnosi differenziale e se le vertigini non sono associate né a patologie virali o batteriche né a patologie vascolari o a fattori traumatici quali il colpo di frusta, allora è presumibile che la causa sia di tipo psicogena. In questo caso l’agopuntura può essere molto utile.
L’atteggiamento ansioso del paziente provoca una contrattura della muscolatura del collo che a lungo andare favorisce dei veri e propri blocchi muscolo-scheletrici e l’agopuntura avendo un azione ansiolitica e decontratturante può dare una grossa mano»
anche su facebook nel gruppo "Agopuntura news"
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Agopuntura all'Università
Approvato ordine del giorno
L'agopuntura segna un altro passo in avanti nel percorso che porta ad una legge che disciplini la materia attraverso la formazione universitaria. Il governo approva un ordine del giorno che impegna l'esecutivo a far inserire, nei corsi di laurea di medicina e chirurgia, alcune ore di formazione strutturata e di approfondimento delle conoscenze sull'agopuntura. Il medico di medicina generale sarà preparato a dare risposte corrette ai pazienti su vantaggi e limiti dell'agopuntura.
http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=616288
L'agopuntura segna un altro passo in avanti nel percorso che porta ad una legge che disciplini la materia attraverso la formazione universitaria. Il governo approva un ordine del giorno che impegna l'esecutivo a far inserire, nei corsi di laurea di medicina e chirurgia, alcune ore di formazione strutturata e di approfondimento delle conoscenze sull'agopuntura. Il medico di medicina generale sarà preparato a dare risposte corrette ai pazienti su vantaggi e limiti dell'agopuntura.
http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=616288
giovedì 2 dicembre 2010
Così l'agopuntura riduce il dolore
L’agopuntura non ha un effetto placebo ed è in grado di modificare le risposte del cervello agli stimoli del dolore. E' quanto emerge da una ricerca condotta presso dall’Ospedale Universitario di Essen, in Germania, i cui dati sono stati riportati nel corso del meeting della Radiological Society of North America. Dopo aver scoperto il meccanismo d'azione dell'agopuntura dunque, dai laboratori tedeschi arriva la conferma che la nota medicina tradizionale cinese funziona veramente.
Lo studio. Nei test sono stati coinvolti 18 volontari ai quali è stata fatta una risonanza magnetica durante "uno stimolo elettrico doloroso provocato sulla caviglia sinistra". Dopodichè lo stesso procedimento è stato effettuato dopo l’applicazione degli aghi per l’agopuntura.
"Le aree del cervello coinvolte nella percezione del dolore si sono attivate durante lo stimolo doloroso senza agopuntura - spiega la Dottoressa Nina Theyson, a capo dell'equipe - mentre nel secondo caso la loro attivazione era significativamente ridotta".
"La risonanza magnetica funzionale ci ha offerto la possibilità di studiare le aree del cervello che si attivano durante la percezione del dolore e vedere le variazioni che si verificano con l’agopuntura", aggiunge poi l'esperta.
L'agopuntura è una tecnica terapeutica, che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere, mediante l'inserimento di aghi in particolari punti del corpo, eseguita da personale appositamente preparato.
In Cina la pratica dell'agopuntura viene segnalata fin dal II millennio a.C.. La pratica si diffuse secoli fa in molte parti dell'Asia. Attualmente è una componente della medicina tradizionale cinese ed alcune sue forme sono anche descritte nella letteratura della medicina tradizionale coreana, nella quale viene chiamata yakchim, come pure in India.
Augusto Rubei
http://www.nextme.it/scienza/salute/1365-cosi-lagopuntura-riduce-il-dolore-ecco-la-prova-scientifica
Lo studio. Nei test sono stati coinvolti 18 volontari ai quali è stata fatta una risonanza magnetica durante "uno stimolo elettrico doloroso provocato sulla caviglia sinistra". Dopodichè lo stesso procedimento è stato effettuato dopo l’applicazione degli aghi per l’agopuntura.
"Le aree del cervello coinvolte nella percezione del dolore si sono attivate durante lo stimolo doloroso senza agopuntura - spiega la Dottoressa Nina Theyson, a capo dell'equipe - mentre nel secondo caso la loro attivazione era significativamente ridotta".
"La risonanza magnetica funzionale ci ha offerto la possibilità di studiare le aree del cervello che si attivano durante la percezione del dolore e vedere le variazioni che si verificano con l’agopuntura", aggiunge poi l'esperta.
L'agopuntura è una tecnica terapeutica, che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere, mediante l'inserimento di aghi in particolari punti del corpo, eseguita da personale appositamente preparato.
In Cina la pratica dell'agopuntura viene segnalata fin dal II millennio a.C.. La pratica si diffuse secoli fa in molte parti dell'Asia. Attualmente è una componente della medicina tradizionale cinese ed alcune sue forme sono anche descritte nella letteratura della medicina tradizionale coreana, nella quale viene chiamata yakchim, come pure in India.
Augusto Rubei
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